Fabriano, la città della carta

L’album da disegno Fabriano F4 è stato sicuramente uno dei protagonisti principali della cartella della maggioranza degli alunni, da Aosta a Agrigento e di migliaia di artisti. L’album F4 nasce nel 1973, dopo la creazione del logo Fabriano da parte del grafico e designer milanese Carlo Cattaneo. I blocchi classici sono a 4 angoli, il che significa che i singoli fogli si possono “incorniciare” nell’album evitando che si perdano. La carta può essere a superficie liscia o ruvida, ha un alto grado di collatura, assorbe perfettamente l’inchiostro e resiste a diverse cancellature e a piccoli ritocchi con la lametta. L’album F4 è stato per anni il prodotto di punta delle Cartiere con sede a Fabriano, la città che è stata la culla della carta in Europa e ne rappresenta ancora oggi uno dei principali centri di produzione.

LA STORIA

Un tempo, per la scrittura e per il disegno, si utilizzavano i papiri, le pergamene, l’argilla, il legno, l’osso, il bambù, o semplicemente le pietre. Di certo questi supporti non di distinguevano per praticità, né brillavano per leggerezza o per facilità di utilizzo.

Fu solo nel 105 d.C. che, in Cina, qualcuno inventò quella che oggi noi chiamiamo ‘carta’.
Si narra che l’inventore fu un ministro cinese, Ts’ai Lun, il quale, secondo un’intuizione particolarmente felice, osservando le lavandaie mentre lavavano logori panni in uno stagno, finì per porre lo sguardo sulle fibrille che andavano a staccarsi dai panni durante lo strofinio, per poi ammucchiarsi in un piccolo angolo dello specchio d’acqua. Incuriosito, l’uomo raccolse il velo di fibre vegetali per poi essiccarlo: fu così che nacque il primo foglio di carta della storia.Questo metodo fu presentato all’imperatore, che restò favorevolmente colpito, e non tardò ad arrivare in Giappone, dove i monaci buddisti iniziarono a fabbricare carta per i loro scritti religiosi.

Solo nell’ottavo secolo, però, l’invenzione della carta iniziò a diffondersi verso occidente: dapprima, nel 750, un prigioniero cinese insegnò la tecnica agli Arabi, i quali avviarono di conseguenza le prime piccole cartiere in Spagna.

Intorno all’anno 1000, finalmente, la carta arrivò anche in Italia: si pensi che si hanno notizie delle prime cartiere a Fabriano intorno al 1283. Gli storici sono propensi a ritenere che la carta sia penetrata attraverso Ancona e che i fabrianesi abbiano imparato a lavorarla dagli Arabi, fatti prigionieri in uno dei frequenti assalti contro la città dorica dopo l’XI secolo e per motivi di sicurezza internati nell’alta valle dell’Esino.

Le tecniche innovatrici introdotte e perfezionate dai Fabrianesi poi, influiscono in modo determinante sulla resistenza al tempo e agli agenti patogeni e sulla qualità della carta: l’adozione delle pile a magli multipli per la lavorazione della materia prima e degli stracci, l’introduzione della gelatina animale per rendere la carta resistente ai liquidi e adatta a trattenere l’inchiostro senza deteriorarsi. L’altra invenzione fondamentale è la Filigrana, che conferisce valore di esclusività e unicità. Il metodo permette infatti di diversificare e personalizzare la carta attraverso l’inserimento di effetti semplici e tridimensionali. La Filigrana è utilizzata come indicatore di qualità ed elemento di controllo, ad esempio nelle banconote. La carta così prodotta diviene via via la materia scrittoria più diffusa e più conveniente perché meno costosa della pergamena e degli altri materiali usati prima della sua invenzione e fiorì senza sosta nel XIV e XV secolo, mentre nei due secoli successivi conobbe un lento declino. Nella seconda metà del ‘700, Pietro Miliani salvò da sicura rovina l’industria cartaria fabrianese, riunendo nel 1782 le molte piccole cartiere del territorio nelle Cartiere Miliani Fabriano. Quindi restituì competitività e qualità alla produzione, fiducia ai cartai e lustro alla Città della carta.

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